
La differenziata è ferma al 40% contro il 65% imposto dalla legge. «Serve un controllo oggettivo del termoutilizzatore»
Basta rifiuti nell'inceneritore di Brescia, che già smaltisce 800mila tonnellate l'anno. No all'arrivo di immondizia dai 60 comuni bergamaschi e si all'introduzione, almeno in via sperimentale, della raccolta porta a porta, unico modo per aumentare la percentuale di differenziata, che in città è sostanzialmente ferma da 10 anni intorno al 40%. A chiederlo
con una lettera al sindaco e all'assessore Vilardi sono Gabriele Avalli, Nicola Donda e Valter Braghini, in rappresentanza della Civica Brescia. «Il sistema di smaltimento dei rifiuti con inceneritore- scrivono - all'avanguardia negli anni 70, necessita di un ripensamento.
Chiediamo un controllo oggettivo di quanto e cosa viene smaltito nell'impianto del Termoutilizzatore, chiediamo al Sindaco Paroli e all'assessore Vilardi un gesto deciso per ridurre i rifiuti da bruciare, iniziando la raccolta porta a porta almeno all’ inizio in via
sperimentale in una circoscrizione, coinvolgendo con assemblee ad hoc tutti i cittadini». I tre rappresentanti della Civica aggiungono:«Alla notizia che nell’ inceneritore di Brescia verranno bruciati, oltre alle attuali 796.000 tonnellate l'anno, anche i rifiuti provenienti da
sessanta comuni bergamaschi, pensavamo che qualcuno si sarebbe incatenato all'ingresso del termo-utilizzatore, come aveva promesso quando si era ventilata l'ipotesi di portare a Brescia i rifiuti di Napoli. Ma nelle sale della Loggia tutto tace. L'Asl ha certificato da poco che patologie respiratorie e tumori sono in aumento, soprattutto quelli che colpiscono i bambini nella zona est della città. Brescia deve fare la sua parte, deve aumentare la percentuale di raccolta
differenziata in modo da inviarne meno all'inceneritore». Gli obblighi di legge impongono infatti che entro il 2012 la raccolta differenziata di rifiuti raggiunga almeno il 65%. Mentre la città è ferma al 40%.
«Inoltre in provincia è smaltito il 76% dei rifiuti «speciali» lombardi e
non riteniamo che ci sia bisogno di aumentare l'inquinamento della
città».
con una lettera al sindaco e all'assessore Vilardi sono Gabriele Avalli, Nicola Donda e Valter Braghini, in rappresentanza della Civica Brescia. «Il sistema di smaltimento dei rifiuti con inceneritore- scrivono - all'avanguardia negli anni 70, necessita di un ripensamento.
Chiediamo un controllo oggettivo di quanto e cosa viene smaltito nell'impianto del Termoutilizzatore, chiediamo al Sindaco Paroli e all'assessore Vilardi un gesto deciso per ridurre i rifiuti da bruciare, iniziando la raccolta porta a porta almeno all’ inizio in via
sperimentale in una circoscrizione, coinvolgendo con assemblee ad hoc tutti i cittadini». I tre rappresentanti della Civica aggiungono:«Alla notizia che nell’ inceneritore di Brescia verranno bruciati, oltre alle attuali 796.000 tonnellate l'anno, anche i rifiuti provenienti da
sessanta comuni bergamaschi, pensavamo che qualcuno si sarebbe incatenato all'ingresso del termo-utilizzatore, come aveva promesso quando si era ventilata l'ipotesi di portare a Brescia i rifiuti di Napoli. Ma nelle sale della Loggia tutto tace. L'Asl ha certificato da poco che patologie respiratorie e tumori sono in aumento, soprattutto quelli che colpiscono i bambini nella zona est della città. Brescia deve fare la sua parte, deve aumentare la percentuale di raccolta
differenziata in modo da inviarne meno all'inceneritore». Gli obblighi di legge impongono infatti che entro il 2012 la raccolta differenziata di rifiuti raggiunga almeno il 65%. Mentre la città è ferma al 40%.
«Inoltre in provincia è smaltito il 76% dei rifiuti «speciali» lombardi e
non riteniamo che ci sia bisogno di aumentare l'inquinamento della
città».
Fonte: Corriere della Sera
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